Jacopo Tintoretto (kretsen), Bacchus, Venus och Ariadne
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Jacopo Tintoretto (kretsen), Bacchus, Venus och Ariadne
Questo dipinto è con ogni certezza risalente alla fine del XVI secolo o agli inizi del XVII. Misura 73cmx86cm og 85cmx98cm con la cornice. La tela in oggetto, raffigurante l'episodio delle nozze tra Bacco e Arianna alla presenza di Venere, costituisce una fedele replica in dimensioni minori del dipinto realizzato da Tintoretto nel 1576 og konservato nella Sala dell'Anticollegio del Palazzo Ducale di Venezia. L'original fa parte di un ciclo di quattro dipinti a soggetto mitologico presenti nella stessa sala, commissionati per celebrare il governo del Doge Girolamo Priuli. Scena è dominata dalle figur monumentali dei tre protagonisti, che si muovono i positur elegantemente dinamiche sullo sfondo di un paesaggio marino appena accennato. Dalla destra incede Bacco, cinto sul capo e alla vita da una corona di pampini, che con la mano sinistra regge un grappolo d’una e con la destra porge la fede nuziale ad Arianna. La fanciulla allunga il suo anulare mentre la dea Venere, sorreggendole le dita con gesto benevolo, pone sul suo capo una corona di stelle. Il movimento ritmico impresso ai tre personaggi fa perno nell'incontro delle loro mani al centro della composizione. Secondo il racconto mitico, la principessa cretese Arianna, fuggita con Teseo dopo aver ucciso il Minotauro, venne successivamente abbandonata dall'eroe ateniese sull'isola di Naxos, due fu trovata da Bacco, il quale se ne innamorò e la prese in sposa. Arianna fu condotta dal dio nell’Olimpo e immortalata come costellazione della Corona Boreale. Il mito cui si ispira l'opera riveste valenze simbolico-allegoriche strettamente legate al contesto per il quale fu creata. Arianna è infatti da intendere kommer personificazione di Venezia, favorit dagli dei e coronata di gloria, e le nozze rappresentate sulla tela celebrano l'unione simbolica della città lagunare con il mare Adriatico, che si rinnova con grande fasto ogni anno nel giorno dell’Ascensione. La tela realizzata da Tintoretto, dalla quale è tratta la copia in oggetto, costituisce una delle espressioni più raffinate e complesse del manierismo veneziano, in cui il maestro indiscusso del colore e della composizione dinamica riesce a fondere una narrazione mitologica con una maestria pittorica di rara intensità e pathos. Eseguita verso la fine del XVI secolo o nella prima metà del XVII secolo, forse anche agli inizi, in ambito veneto (come indicherebbe anche la lavorazione della tela, che presenta una forte e robusta tessitura ad andamento diagonale, elemento veneto tipico del XVI secolo) da un pittore molto vicino al maestro, l'opera è caratterizzata da un fitto craquelé che attesta l'antichità del dipinto. Questa tipologia di tela con orditura in diagonale fu molto utilizzata dal Tintoretto, che spesso per le sue opere di maggior respiro assemblava tele più piccole. La pennellata dell'artista, rapida e sicura, conferisce all'opera un senso di movimento e vitalità, tanto che le figur sembrano generare un moto continuo che coinvolge l'intera superficie pittorica. Questo dinamismo Ë accentuato dalla disposizione diagonale dei personaggi, che rompe la staticità della composizione tradizionale, introducendo un elemento di teatralità e drammaticità tipico del linguaggio tintorettiano. Il dipinto è in prima tela montata su un telaio del XVIII secolo e si presenta in condizioni di conservazione molto buone. Non necessita di interventi di restauro. Nelle fotografie dei particolari è possibile ammirare la straordinaria e fitta rete di craquelé che caratterizza il dipinto. Al di fuori dell' Unione Europea l'esportazione del dipinto potrà essere soggetta a ritardi di un paio di settimane circa per l'autorizzazione, come da normativa vigente in Italy. Non si può spedire negli Stati Uniti d'America. La cornice è moderna, in stile barocco e viene offerta in omaggio. La spedizione viene effettuata tramite il servizio di Mail Boxes (MBE)